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Vannacci, Salis & Baiardo

Quanti Antonio la Trippa ci toccherà ancora subire! il povero generale la Trippa ricevendo la proposta di candidarsi alle elezioni ci mise tutto l’impegno possibile. Fu dopo, quando capendo nelle mani di che era capitato  decise di porre fine alla sua candidatura. Corbucci, regista del film,  assieme agli autori, con l’interpretazione di un mitico Totò, avevano le idee chiare,  era il 1963 e la classe politica italiana poteva iniziare ad essere contestata, già offriva il fianco ad una deriva del materiale umano che la rappresentava. A dire il vero già nel 1953 sempre interpretato da Totò, con la regia di Steno, la scenetta del povero onorevole Trombetta massacrato da un Totò irreverente, metteva alla berlina il ruolo parlamentare. Per finire ai tempi nostri né Steno, né Corbucci, tantomeno Totò  avrebbero mai pensato che le loro magistrali caratterizzazioni filmiche  sarebbero state superate dalla realtà. Ma che realtà?  Il generale la Trippa nella sua profonda ingenuità alla fine dice “Scusate la mia ignoranza in questa specie di politica, ma io so che il deputato deve fare gli interessi dell’elettore. Di colui che gli ha dato la fiducia e il voto

Ora nella mia profonda  ingenuità mi chiedo: Chi potrà votare il generale Vannacci? Quando in tempo reale egli afferma e smentisce ciò che  dice; lo afferma per confermare al “popolo di estrema destra” che è uno di loro, lo smentisce un attimo dopo per dimostrare al restante popolo che potrebbe anche avere la loro fiducia elettorale. La povera Salis “incatenata” errore madornale del padre averla fatta candidare! Se non verrà eletta scriverà una nuova edizione delle “Mie Prigioni” gli ungheresi non la  molleranno mai; se verrà eletta sarà proiettata in mondo complesso dove é esposta a giudizi personali radicali: estremista di sinistra, pregiudicata, anarchica, bastonatrice di nazisti e via dicendo. Con il rischio di smarrirsi per strada e perdere la propria identità. Doveva il padre pretendere la corretta  gestione legale del Ministero degli Esteri di un italiano detenuto all’estero, senza sconti e senza tregua  a scelto invece una scorciatoia molto pericolosa per salute di sua figlia. Del mitico Bairdo sospendo il giudizio ed il commento “il Partito dei Poveri” che lo candida avrà i suoi bravi motivi per farlo, motivi che difficilmente troveranno conforto presso le varie Procure della Repubblica dove giudici immersi in faldoni con miglia di pagine cercano ancora i colpevoli ed i mandanti di stragi e ricatti.

E Totò (Totò a Colori 1953) quando l’onorevole Cosimo Trombetta si qualifica non riesce a trattenersi e lo apostrofa “onorevole, ma mi faccia il piacere….” Con un ampio gesto delle mani che lo invita ad andare “a quel paese!”