Blog del 14 giugno La FRANCIA tra MACRON e de GAULLE

La FRANCIA tra MACRON  e de GAULLE

In molti si chiedono il senso della mossa di Macron di ricorrere ad elezioni anticipate dopo l’esito delle elezioni europee francesi. Macron ha la visone chiara di due situazioni oggettive: la prima è il modello dell’ascesa al potere delle destre in Italia; la seconda è la scuola di pensiero francese, il comportamento del popolo davanti alle grandi trasformazioni politiche. Il modello italiano con la destra al potere,  decisore dello sviluppo politico della nazione, è in via di fallimento: magistrati contro riforma della giustizia; regioni del sud contro riforma dell’autonomia regionale; le opposizioni ignorate e contrarie alla riforma del presidente del consiglio dei ministri eletto direttamente dal popolo. Tre riforme considerate essenziali dalla nuova maggioranza italiana di destra destinate ad una lunga lotta politica: divisiva e ostativa. La seconda posizione chiara a Macron è il modello comportamentale dell’ultimo “Grande Gigante” della politica francese. Con questo appellativo de Gaulle fu definito alla sua morte: il Grande Gigante, il generale ebbe un ruolo essenziale nella seconda guerra mondiale e nella ricostruzione della Francia, si trovò a combattere situazioni politiche complesse e ogni volta nei suoi discorsi ricordava alla nazione “o io o il caos” e sempre il popolo gli fu riconoscente, portò la Francia alla quinta repubblica e si arrese solo dopo i moti del maggio francese del 1968,  si  ritirò a vita privata, lunedì 9 novembre del 1970 spirò.

Oggi Macron ha indirizzato ai francesi lo stesso messaggio “ o io o il caos” ancora non ha aggiunto “guardate l’Italia” ma lo farà.

 In Italia nessun intellettuale, prima delle elezioni,  ha specificato con esattezza cosa significa votare per portare l’estrema destra al potere. In Francia Bernard Henri-Levy  con lucida determinazione a spiegato ai francesi cosa significa portare l’estrema destra al potere. Riporto le parole del suo messaggio agli elettori francesi tramite l’articolo apparso sulla stampa dal titolo “Salvate il soldato Francia”. Ecco il testo  “volete davvero questi incapaci, questi irresponsabili, questi utili idioti della Russia, questi demagoghi, questi ex militanti fascisti, questi xenofobi da sempre, questi eredi di un partito che dice di essere cambiato come si cambiano le scarpe, questi antisemiti, volete veramente entrare nelle cabine elettorali della Repubblica francese per dire: voglio vivere un momento illiberale, reazionario, razzista?  Voglio una stagione punitiva segnata dal fuoco del risentimento, dalla guerra sociale, dall’odio? Voglio padroni, catene, manganelli e fruste? Voglio che cessi il sogno dei francesi dai Capetingi a de Gaulle, se sì! votate, fin da oggi Le Pen e Bardella, rassegnatevi alla loro incompetenza e volgarità d’animo, alla loro nullità, non è il soldato Macron da salvare è il soldato Repubblica e la Francia da salvare”

 Mi sembrano parole chiare quelle del filosofo francese, purtroppo non le ho mai sentite pronunciare da nessun uomo di cultura italiano, la destra italiana ha conquistato quel famoso 30% di elettorato che già premiò Berlusconi, poi Grillo, poi Renzi, poi Salvini, ora Meloni, cambiando ogni volta  il voto  sotto l’onda emotiva di spot televisivi o messaggi dai social. Ci vorranno 3 anni per vedere se queste destre verranno confermate alle prossime elezioni, ci vorranno 3 anni per vedere se gli italiani sono disposti a rinunciare a tutti i vantaggi sociali ottenuti in 80 anni tramite una Costituzione tra le più evolute al mondo. Conclude BHL (così è conosciuto in Francia Henri-Levy)  scrivendo “ E’ un momento terribile. Ma è un momento di verità”

Franco Vitale

Scritto di mia mano