Dove Fanno il Deserto di Morti, lo Chiamano Pace
“Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant”
“Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant”
La sententia di Tacito da millenni risuona nella coscienza di tutte le persone contrarie alla guerra. Sembra che in questo miserabile scorcio di secolo duemila il desiderio di massacrare il nemico, affermare la propria forza fisica schiacciando gli avversari sia la sola soluzione praticabile. Incredibilmente si trovano accumunati in guerre bestiali personaggi politici che appartengono a mondi completamente diversi: dittatori post comunisti come Putin; capi di governo di nazioni democratiche come Netanyahu. Obiettivo comune massacrare il nemico. Ricordiamo le parole di Tacito nell’Agricola; sono dette dal capo caledone Calgaco:
“Predatori del mondo, distruttori di ogni cosa, una volta che sono venute loro meno le terre, si rivolgono al mare; se il nemico è ricco, avidi, se è povero, ambiziosi – loro, che né l’Oriente, né l’Occidente potranno saziare; unici tra tutti, aspirano alle ricchezze e alla povertà con la stessa bramosia. Con falsi nomi, chiamano impero il rapinare, l’ammazzare, il violentare, e dove fanno il deserto, lo chiamano pace”
Ebbene mi sembra chiaro che nelle motivazioni delle guerre di oggi con a capo i due condottieri, russo ed israeliano si rispecchi perfettamente il senso della sententia di Tacito. Ammazzare, Violentare, Rapinare, avete fatto un deserto di morti per poi chiamarlo pace.