Blog del 12 febbraio Lo Zio Michele e la sua “Roba”

Lo Zio Michele e la sua “Roba”

E venne il giorno, finalmente a casa, lo Zio Michele, così conosciuto al mondo dopo i noti fatti di Avetrana, ha finito di scontare la sua pena. Otto anni di prigione lo hanno tenuto lontano da sua terra, aveva fatto di tutto pur di salvare la “Roba” fino al puto di confessare il delitto della nipote, ma nessuno lo prese sul serio. Ora il contadino ritorna alla sua terra, in quel volto scavato dal sole e dalla fatica del lavoro quotidiano, resta un nuovo profondo segno di dolore dovuto all’abbandono forzato delle sue proprietà. Ma più osservo e leggo di questo uomo più mi ritorna in mente la figura di Mazzarò che nella novella “La Roba” del Verga impersona quel ruolo di “rustica progenie” tipica del meridione d’Italia. –

Ecco come lo descrive il Verga il suo personaggio: Invece egli era un omiciattolo, diceva il lettighiere, che non gli avreste dato un baiocco, a vederlo; e di grasso non aveva altro che la pancia, e non si sapeva come facesse a riempirla, perché non mangiava altro che due soldi di pane; e sì ch'era ricco come un maiale; ma aveva la testa ch'era un brillante, quell'uomo. Infatti, colla testa come un brillante, aveva accumulato tutta quella roba, dove prima veniva da mattina a sera a zappare, a potare, a mietere; col sole, coll'acqua, col vento; senza scarpe ai piedi, e senza uno straccio di cappotto; che tutti si rammentavano di avergli dato dei calci nel di dietro”

Ma perché lo Zio Michele ha deciso di confessare  un omicidio mai commesso? La soluzione la trovo nella novella del Verga: La Roba!

Forse per lui la moglie e la figlia, anche se abbandonate dopo il suo arresto, avrebbero potuto continuare ad amministrare case e terreni e cosi “La Roba” era salvata; e ritorna il Verga e la conclusione della sua novella quando  dissero Mazzarò che la morte era vicina: Sicché quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all'anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: — Roba mia, vientene con me!

Proprio così “roba mia vientene con me” ma se io non muoio, pensò lo Zio Michele  La Roba é salva,  prima o poi ternerò; infatti Ieri  é tornato, la Roba e salva e da domani si tornerà a zappare.